Il XLIX Congresso Nazionale della Società Italiana di Reumatologia si è tenuto a Novembre 2012 presso il Mi.Co. di Milano. Anche quest’anno il congresso ha visto la partecipazione dei principali reumatologi italiani che hanno affrontato le differenti tematiche relative alle malattie infiammatorie. Inoltre, numerosi giovani ricercatori hanno avuto la possibilità di condividere i loro lavori, presentando risultati estremamente interessanti. Come ogni anno, il congresso ha consentito ai partecipanti dei vari gruppi di studio di incontrarsi per condividere progetti in corso e proporre nuovi progetti di ricerca da condurre negli anni futuri.
Il congresso SIR si è aperto con una interessante sessione dedicata alle raccomandazioni per il trattamento delle malattie reumatiche, fra le quali l’Artrite Reumatoide, di cui si è occupato il
Prof. Fabrizio Conti, responsabile della nostra Lupus Clinic. In particolare, in questa relazione è stato sottolineato come l’introduzione dei farmaci biologici nell’armamentario terapeutico dell’artrite reumatoide ha determinato un sostanziale miglioramento per i pazienti affetti da questa patologia, in termini di miglioramento del dolore, della sintomatologia permettendo un rallentamento della progressione della malattia. La diffusione dell’impiego di questi farmaci ha reso necessaria l’introduzione di raccomandazioni in grado di garantirne una adeguata prescrizione: in quest’ottica si inseriscono le linee guida pubblicate dalle diverse organizzazioni scientifiche, fra le quali anche quelle pubblicate dalla stessa Società Italiana di Reumatologia.Grande spazio è stato dato al Lupus Eritematoso Sistemico (LES). Il Prof. Roberto Perricone dell’Università Tor Vergata di Roma ha presentato una relazione su “Complemento e Lupus Eritematoso Sistemico”, nella quale è stato ribadito il ruolo delle proteine del sistema del complemento in numerose malattie autoimmuni, fra le quali il LES. Il rapporto tra complemento e malattie autoimmuni è per certi versi paradossale. Nel LES il complemento sembra avere un ruolo protettivo rispetto all’insorgenza della malattia: infatti la presenza di bassi livelli, geneticamente determinati di alcuni fattori del complemento si associa ad un maggior rischio di malattia. Tuttavia, è noto che l’attivazione complementare contribuisce nel determinare il danno tissutale nei pazienti con LES, come si evince dalla presenza di depositi di C3, C4 in biopsie tissutali di pazienti affetti.
La misura dell’attività di malattia in pazienti affetti da LES è stato invece il tema di una interessante relazione presentata dal Prof. Roberto Gerli dell’Università di Perugia. Come emerso negli ultimi anni, la valutazione globale del paziente con LES deve includere numerosi aspetti fra i quali l’attività di malattia, parametro estremamente importante per “fotografare” lo stato dell’attività di malattia in un determinato momento, ma anche di monitorizzare nel tempo eventuali modifiche, ad esempio in risposta all’introduzione di un determinato farmaco. Il Prof. Gerli ha quindi riepilogato in modo attento ed esaustivo tutti gli indici di attività di malattia disponibili e le loro specifiche caratteristiche. In particolare si è sottolineata la necessità di impiegare tali indici non solo in trial per la sperimentazione di nuovi farmaci, ma anche nella pratica clinica per una migliore gestione del paziente.Come sempre, ampio spazio è stato dato alle nuove terapie che si stanno affacciando nello scenario dei medici che si occupano di LES. Fra le novità più interessanti, il Rituximab, anticorpo monoclonale diretto contro la molecola CD20 espressa dai linfociti B. Questo farmaco, indicato per il trattamento di pazienti con AR, è stato ampiamente utilizzato, come fuori scheda tecnica, anche in pazienti affetti da LES con differenti manifestazioni, con risultati incoraggianti. Grande è l’attesa per l’arrivo del farmaco Belimumab, primo farmaco biologico interamente sviluppato in modo specifico per pazienti affetti da LES. Anticorpo monoclonale che inibisce la molecola stimolatrice dei Linfociti B (BLyS), questo farmaco si è dimostrato efficace e ben tollerato nei pazienti con LES. Proseguono ricerche e nuovi trial di sperimentazione per l’introduzione di nuovi farmaci. Fra questi segnaliamo un farmaco che inibisce la JAK chinasi I, una molecola coinvolta nella risposta immunitaria in quanto trasmette a livello del nucleo una serie di informazioni provenienti dall’ambiente extracellulare. Sono in corso studi clinici per valutarne l’efficacia e la sicurezza.
La Lupus Clinic ha attivamente partecipato al congresso, presentando 6 comunicazioni orali sui diversi aspetti del Lupus Eritematoso Sistemico (LES). Nella sua presentazione dal titolo “Polimorfismi del gene TRAF3PI2 e Lupus Eritematoso Sistemico: associazione con la malattia e con lo sviluppo di pericardite”, il
Dott. Carlo Perricone ha presentato i risultati di uno studio condotto su circa 250 pazienti afferenti alla nostra Lupus Clinic, nel quale ha valutato un aspetto estremamente importante, ovvero il ruolo dei fattori genetici nel determinismo della malattia. In particolare, i risultati di questo studio mostrano come specifiche variazioni a livello del gene TRAF3PI2 siano significativamente più frequenti nei pazienti affetti da LES rispetto ad una popolazione di controllo, costituita da soggetti sani. Questo dato indicherebbe quindi un’associazione fra la suscettibilità per la malattia e specifiche modificazioni geniche. Inoltre, i pazienti che presentavano questa modificazioni genica avevano presentato più frequentemente durante il loro decorso di malattia una specifica manifestazione clinica, ovvero la pericardite. L’interesse suscitato da questo studio è confermato anche dal premio ricevuto dal Dott. Carlo Perricone, per la miglior comunicazione orale. Sempre nell’ambito della patogenesi del LES, lavori presentati dal nostro gruppo hanno focalizzato la loro attenzione sui Toll Like Receptors (TLRs), molecole oggetto di notevole interesse da parte della comunità scientifica internazionale, in quanto considerate importanti mediatori del processo infiammatorio. Nella sua relazione dal titolo “Un sottogruppo di anticorpi anti-beta2 glicoproteina I cross-reagisce con il toll-like receptor 4 inducendo un fenotipo proinfiammatorio nelle cellule endoteliali e nei monociti”, il
Dott. Cristiano Alessandri ha concentrato la sua attenzione su un aspetto estremamente specifico. In particolare, nel suo studio ha dimostrato come gli anticorpi anti-beta2 glicoproteina I, presenti nei pazienti affetti da Sindrome da Anticorpi Antifosfolipidi, potrebbero essere in grado di interagire con il TLR4, determinando l’attivazione di alcune cellule, direttamente coinvolte nel processo infiammatorio alla base della sindrome suddetta. Questa osservazione apre un nuovo scenario, suggerendo la possibilità del coinvolgimento dei TLR anche nelle manifestazioni della Sindrome da Anticorpi Antifosfolipidi. La
Dott. Simona Truglia, nella sua presentazione “Aumentata espressione di TLR3, 7 e 9 a livello glomerulare e tubulo-interstiziale in pazienti affetti da nefropatia lupica”, ha affrontato un altro possibile ruolo dei TLR. Nel suo studio è stata valutata l’espressione di specifici TLR a livello del tessuto renale di biopsie di pazienti affetti da nefrite lupica afferenti alla nostra Lupus Clinic, utilizzando tessuto renale sano, ottenuto da donatori, come gruppo di controllo. I risultati ottenuti hanno mostrato come l’espressione di TLR 3, TLR7 e TLR 9 sia più elevata nel tessuto renale di soggetti con nefrite lupica rispetto ai controlli, suggerendo come queste molecole possano avere un ruolo diretto nel determinare uno stato infiammatorio a livello renale.
La nefrite lupica, manifestazione frequente in corso di LES, è stata oggetto di una seconda comunicazione orale, presentata dalla
Dott. Fulvia Ceccarelli. Nello studio dal titolo “Correlazione fra classe istologica e indice di resistenza renale nei pazienti con nefrite lupica”, è stato indagata l’associazione fra le differenti classi istologiche della nefrite lupica ed un parametro, definito “indice di resistenza”, ottenuto mediante valutazione ecografica delle arterie renali. I risultati di questo studio hanno mostrato come i soggetti con nefrite lupica con classe istologica IV, identificata come la forma più severa e che necessita di terapie più aggressive, presentavano un indice di resistenza patologico con una frequenza significativamente più elevata rispetto ai soggetti con altre classi istologiche. Questo risultato potrebbe suggerire la possibilità di considerare l’indice di resistenza come marcatore di forme più severe di nefrite lupica.La
Dott. Ceccarelli ha presentato un altro studio, dal titolo “Valutazione del coinvolgimento delle articolazioni metatarsofalangee in pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico: uno studio ultrasonografico”. Il coinvolgimento articolare è estremamente frequente in corso di LES, potendo manifestarsi fino al 90% dei soggetti, come sintomo di esordio della malattia o durante il decorso. La valutazione del coinvolgimento articolare in corso di LES mediante ecografia muscoloscheletrica è stata oggetto di numerosi studi, valutando il particolar modo la presenza di alterazioni a livello di mani e polsi. Nel nostro studio abbiamo valutato in particolare il coinvolgimento delle articolazioni metatarsofalangee (MTF). La frequenza di alterazioni infiammatorie a livello di queste articolazioni è risultata molto alta, e significativamente più alta rispetto ai controlli sani. Questo risultato suggerirebbe come, anche in articolazioni asintomatiche, è possibile il riscontro di alterazioni infiammatorie, che possono essere identificate mediante valutazione ecografica.Infine, la
Dott. Laura Massaro ha presentato i risultati di uno studio dal titolo “Studio prospettico monocentrico per la valutazione dello stato di salute mediante ‘‘patient acceptable symptom state’’ (PASS) in pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico: correlazione gli indici di attività di malattia”. In questo studio, l’indice PASS è stato applicato per la prima volta in una casistica di pazienti affetti da LES. Una semplice domanda, nella quale si chiede al paziente se il suo attuale stato di salute possa essere ritenuto accettabile, sembrerebbe in grado di discriminare fra pazienti con diversi livelli di attività di malattia, valutata mediante specifici indici.Infine, nella sessione poster, la
Dott. Francesca Miranda ha presentato i risultati del suo studio “Prevalenza dello stafilococco aureo nasale in pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico”. In particolare, da questo studio emerge come l’incidenza di infezione nasale da Stafilococco Aureo nei pazienti affetti da LES è sovrapponibile ai soggetti sani.L’appuntamento è per il prossimo Congresso della Società Italiana di Reumatologia a Napoli.